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Brand Architecture

La brand architecture è la strategia che organizza e mette in relazione i diversi brand appartenenti a una stessa azienda. L’insieme di marche appartenenti alla stessa “famiglia” è detto brand portfolio.
L’obiettivo è quello di gestire strategicamente tutti i brand legati alla marca corporate (il brand principale) per creare sinergie tra essi e fare chiarezza nella mente dei consumatori.
Una brand architecture chiara e coerente, infatti, rende più comprensibile l’offerta ai clienti, che saranno in grado di stabilire relazioni tra più marche e saranno maggiormente propensi all’acquisto.

Definire l’architettura di brand è consigliabile sia quando viene creata una nuova marca, sia quando l’azienda ad esempio si trova ad affrontare acquisizioni o fusioni.

Esistono tre principali strategie di brand architecture che si possono adottare. Esaminiamole insieme.

Che tipo di architettura di brand hai bisogno? Scopriamolo insieme

Branded House (o brand architecture "monolitica")

La prima strategia è la Branded House (o modello monolitico). Si tratta di un modello di brand architecture in cui tutti i sub-brand appartenenti all’azienda sono esplicitamente riconducibili ad essa, perché possiedono lo stesso nome e logo, differenziandosi solo per la loro descrizione.

vantaggi di questa strategia sono molti, tra cui:

  • Si sfruttano l’immagine e la notorietà della marca già consolidata, creando forti sinergie con essa;
  • Minori costi di comunicazione, poiché è possibile condividere la strategia comunicativa.

Esistono però anche degli svantaggi legati a questa tipologia di architettura di brand:

  • Un eventuale danno di immagine di un brand rischia di coinvolgere l’intera azienda, dal momento che la reputazione di una marca influisce direttamente su quella degli altri;
  • L’identità dei singoli sub-brand viene annullata poiché deve necessariamente adeguarsi a quella del corporate brand.

Un esempio di azienda che adotta questa strategia è FedEx, che possiede diversi sub-brand tutti però riconducibili alla casa madre, condividendo valori e combinazione pur offrendo servizi differenti.

Brand Architecture - Monolitica

House of Brands: un'architettura di brand che punta all'autonomia

La seconda tipologia di brand architecture è la House of Brands, una strategia in cui i sub-brand sono totalmente indipendenti dal corporate brand.
Tutte le marche, infatti, sono ben differenziate l’una dall’altra in termini di identità, immagine e prodotti, quasi come se fossero dei brand a sé stanti.
La casa madre è quindi quasi del tutto sconosciuta ai consumatori, in quanto i sub-brand non hanno nessun riferimento esplicito al corporate brand.

Anche questa strategia di brand architecture ha vantaggi e svantaggi.
Tra i vantaggi, sicuramente possiamo indicare:

  • Il fatto che la reputazione di un brand non influenza quella degli altri;
  • Il mantenimento della propria identità per ogni brand;
  • La possibilità per il corporate brand di sfruttare l’eventuale notorietà dei sub-brand.

Il principale svantaggio, invece, sta nel fatto che non si possono sfruttare le economie di scala e le sinergie derivanti da una gestione unificata delle marche.

Un esempio di azienda che adotta questa strategia è Procter&Gamble (conosciuta anche come P&G), i cui vari brand sono molto più conosciuti rispetto a quello della casa madre e si posizionano sul mercato in maniera autonoma, con prodotti e target differenti.

Brand Architecture House of Brands

Endorsed Brand: una brand architecture "ibrida"

La terza e ultima strategia di brand architecture è l’Endorsed Brand, che consiste in una via di mezzo tra le due precedenti.
In questa tipologia di architettura di brand, infatti, ogni sub-brand possiede una propria identità e un proprio posizionamento, ma ha dei riferimenti alla marca principale (che funge da garante dell’offerta), creando un forte legame con essa.
In questo caso, si possono mantenere gli stessi valori e mission della casa madre, ma è possibile adottare una specifica strategia per ogni marca.

I vantaggi di questa strategia sono:

  • Un relativo margine di autonomia nel posizionamento rispetto al corporate brand;
  • Un buon grado di differenziazione all’interno del brand portfolio;
  • La possibilità per ogni brand di sviluppare una propria personalità che si differenzia da quella della casa madre;
  • Il trasferimento della credibilità e del valore del brand principale ai sub-brand.

Lo svantaggio principale, invece, consiste in una maggiore difficoltà in termini di comunicazione visiva, soprattutto quando i sub-brand iniziano ad essere numerosi.

Kellogg’s, ad esempio, ha optato per questa tipologia di brand architecture. L’azienda, infatti, possiede diversi sub-brand, ognuno con un nome e aspetto diverso, che però utilizzano il logo della casa madre come garante della qualità dei singoli prodotti.

Brand Architecture Ibrida

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